Inquinamento nei sedimenti marini. Come migliorare la qualità dei dati

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Omogeneità e coerenza: sono le caratteristiche fondamentali che devono avere i dati ambientali per essere usati su larga scala. L’accesso a dati di buona qualità sugli inquinanti presenti nei sedimenti marini è dunque di fondamentale importanza per la valutazione e l’adozione di misure adeguate per la gestione ambientale.

Su questo si incentra il nuovo studio coordinato dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale  – OGS, a cui ha partecipato anche l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – ISPRA, Il National Insistute of Biology – NIB di Pirano (Slovenia), l’Hellenic Centre for Marine Research – Institute of Oceanography – HCMR di Atene e altri istituti di ricerca sloveni, croati, greci e francesi, e che è stato recentemente pubblicato su Marine Pollution Bulletin.

Il gruppo di ricerca ha definito una metodologia per migliorare le procedure di controllo della qualità dei dati che si basa su revisioni della letteratura e confronti con set di dati già esistenti. In particolare, la ricerca si è concentrata sul Mediterraneo orientale, uno dei mari più trafficati al mondo con una regione costiera densamente popolata e industrializzata, e su due tipi di inquinanti: i metalli in traccia, che possono essere di origine mineralogica dovuta all’erosione del suolo o di origine antropica origine dovuta a scarichi di effluenti minerari e attività urbane e industriali in mare e sulla terraferma, e idrocarburi policiclici aromatici (IPA), che si trovano naturalmente nei sedimenti marini ma provengono anche da sversamenti di idrocarburi durante la navigazione o a seguito di incidenti.

Tra i set di dati utilizzati ci sono quelli raccolti nell’ambito del progetto HarmoNIA (Harmonization and networking for contaminant assessment in the Ionian and Adriatic Seas) finanziato dal programma INTERREG VB-ADRION (2018–2020) e coordinato dall’OGS in collaborazione con ISPRA. Istituti di ricerca e agenzie ambientali dei paesi che si affacciano sui mari Adriatico e Ionio hanno contribuito alla raccolta, armonizzazione e creazione di set di dati accessibili per i contaminanti marini attraverso un’infrastruttura comune e già consolidata quale la Rete Europea di Dati ed Osservazioni Marine (European Marine Observation and Data Network – EMODnet), e hanno, inoltre, partecipato alla condivisione di conoscenze, informazioni e buone pratiche. Il progetto è un ottimo esempio di sinergia tra diversi programmi europei e di collaborazione tra paesi per migliorare la valutazione coerente e armonizzata dell’inquinamento marino.

Il progetto HarmoNIA

HarmoNIA (Harmonization and networking for contaminant assessment in the Ionian and Adriatic Seas) è un progetto finanziato dal programma INTERREG VB-ADRION (2018–2020), coordinato dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS e coinvolge 10 partner di progetto, e 3 ministeri e un comune come partner associati.

Sono partner del progetto: per l’Italia – OGS (coordinatore) e ISPRA, per la Slovenia – National Institute of Biology – NIB e Slovenian Environment Agency – ARSO, per la Croazia – Institute of Oceanography and Fisheries – IOF e Ruder Boskovic Institute – IRB, per il Montenegro – University of Montenegro, per l’Albania – Agricultural University of Tirana (AUT), per la Grecia – Hellenic Centre for Marine Research – Institute of Oceanography (HCMR) e Region of Western Greece (RWG).

Foto credits: E Gordini, OGS e T Makovec, NIB

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